Se abbiamo un fido in famiglia, ci sarà capitato di vederlo correre, all’improvviso, dietro qualche oggetto misterioso e a noi non visibile. Qualche volta ci domandiamo anche “cosa mai avrà visto per abbaiare tanto!”

Questo fenomeno a noi, apparentemente, inspiegabile è legato all’occhio del cane che rappresenta è un gioiello della natura. Quest’ultimo possiede una cornea e una pupilla molto più grandi di quella di un essere umano, permettendo al cane di avere una percezione della luminosità ambientale migliore di quella nostra. Ma questo limita anche la sua facoltà di individuare i particolari.
Si tratta di una struttura riflettente il “tapetum lucidum“, che gli garantisce una visione migliore nella penombra.

Un’altra differenza tra l’occhio umano e quello animale è che il nostro campo visivo è di 100°, quello del nostro cane è di circa 270°. La visione del cane non è ottimale a luce viva ma, a differenza nostra, al buio continua a vedere perfettamente.

Come è possibile? La differenza sta nella presenza di diversi tipi di cellule sensibili alla luce, i coni e i bastoncini che si trovano nella retina. I coni sono efficienti soprattutto a luce viva, i bastoncini invece a luce piuttosto bassa.
Quindi, mentre la retina del cane, possiede una gran quantità di bastoncini; quella dell’uomo ha una visione molto nitida alla luce e anche la possibilità di distinguere con esattezza i colori e le cromature.

Il “tapetum lucidum” è uno strato di cellule situato nella retina che funge da specchio e riflette attraverso questo i raggi che penetrano.
Ecco perché gli occhi di cani e gatti sembrano brillare nel buio se colpiti da un raggio di luce.

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