Al momento non ci sono prove scientifiche che cani e gatti trasmettano o siano ricettivi al virus. E non c’è nemmeno un boom degli abbandoni

Quando si diffuse la notizia della positività al SARS-CoV2, il coronavirus che provoca la Covid-19, di un cane di razza pomeriana a Hong Kong, si cominciò a temere che gli animali domestici trasmettessero il virus. Paura ingiustificata, rassicurarono gli esperti. Le due proteine a cui si lega il virus per entrare nelle cellule umane sono diverse da quelle dei cani, per cui è difficile che questi ultimi si ammalino di Covid-19 e contagino i padroni. Molto probabile che il cane avesse leccato superfici contaminate conservando nella saliva tracce di Dna virale.

Più recentemente però anche un pastore tedesco, sempre a Hong Kong, e un gatto in Belgio sono stati dichiarati positivi al virus, e siccome di questi tempi siamo tutti un po’ più preoccupati e suggestionabili, è bene ribadire quanto dicono gli immunologi. Lo ha fatto l’Enpa (Ente nazionale protezione animali) sul suo sito, cogliendo l’occasione per smentire qualche bufala.

È falso, per dirne una, che ci sia stato un boom di abbandoni, piuttosto uno stallo nelle adozioni, comprensibile in questi giorni di uscite razionate. È vero invece che Organizzazione mondiale della sanità e ministero della Salute confermano: gli animali domestici non trasmettono il SARS-CoV2 e non sono recettivi. Qualche dato a supporto c’è. Un laboratorio di diagnostica veterinaria statunitense ha eseguito test su migliaia di gatti e cani: nessun positivo.

Quindi comportiamoci come al solito, rispettando semplici regole igieniche. Non bisogna fare il bagno al proprio cane ogni settimana rischiando di lavare via il sebo che lo protegge da eritemi e arrossamenti, ma pulirgli le zampe al rientro dalle passeggiate con apposite salviettine igienizzanti o acqua tiepida e bicarbonato, non detergenti umani o candeggina per carità. E non stravolgiamo le abitudini dei nostri compagni d’appartamento. Per i cani, stesse passeggiate di sempre e mai e poi mai calarli dal balcone come abbiamo visto in qualche video diventato virale, si rischia una denuncia per maltrattamenti.

Se a oggi non esistono prove della trasmissione di SARS-CoV2 dagli animali domestici all’uomo, e viceversa, è bene non abbassare la guardia. Il “viaggio” del virus è partito dai pipistrelli, forse facendo tappa in un pangolino prima di arrivare all’uomo, a rendere possibile i salti di specie piccole mutazioni nel suo Dna. Non è escluso ne insorgeranno di nuove a favorire l’ennesimo salto del virus, stavolta dall’uomo agli animali domestici o da allevamento (i maiali sono i più vulnerabili ai coronavirus) e da loro ancora a noi. Dopotutto, i virus sono in continua evoluzione per trovare nuovi ospiti, sta a noi tenerli il più possibile alla larga.

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